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LA CONFERENZA STRATEGICA

Relazione Introduttiva
Giuseppe Pericu - Sindaco di Genova

Il contesto socio economico, i presupposti e gli obiettivi

Le proposte e i progetti

Istruzione, Formazione e Ricerca Scientifica

La Città Portuale

I collegamenti con l'esterno

La mobilità interna e le piazze

Il Centro Storico e l'arco del Porto Antico

Riassetto territoriale e sviluppo produttivo

Orientamento al lavoro

Cultura

La tutela ambientale

La cura della città e la sicurezza

Turismo

Il Comitato 2004

La città educativa e solidale

Gli Strumenti

   
   

Il contesto socio economico, i presupposti e gli obiettivi

Genova ha attraversato in questi anni una fase di profonda trasformazione che ha determinato rilevanti modificazioni all'interno del contesto sociale. Alcuni fenomeni si sono posti all'attenzione della comunità cittadina non senza fondate preoccupazioni: mi riferisco, in particolare, a una progressiva diminuzione di popolazione, ad uno sviluppo sicuramente inferiore a quello delle regioni del nord Italia a noi vicine, e ad un elevato tasso di disoccupazione.

Genova è però una città che dispone, più di molte altre, di grandissime risorse derivanti dalla sua posizione strategica di centro di interscambio fra il mondo nord-europeo e quello mediterraneo e dalla sua grande tradizione commerciale ed industriale: Genova, tra l'altro, può contare su professionalità tra le più elevate in Italia.

Si ha, tuttavia, la netta sensazione di una comunità che trova difficoltà nel suo rinnovarsi e riproporsi nel contesto italiano ed internazionale; prevale il ricordo di un passato non lontano in cui Genova aveva sicuramente ruoli e funzioni di maggior rilievo, piuttosto che l'accettazione della sfida che il mondo di oggi impone; prevale insomma un atteggiamento pessimista che tende ad attribuire ad altri la responsabilità e la risoluzione delle situazioni negative, a ricercare aiuti e protezione, mortificando la libera iniziativa privata e lo spirito imprenditoriale che i genovesi nutrono.

Limitarsi al dovere quotidiano dell’azione amministrativa, pur affrontato con grande impegno e ottenendo alcuni primi risultati positivi (valga per tutti l’indicazione di Genova Città Europea della Cultura, l’approvazione di diversi strumenti urbanistici anche di grande impegno - come la Fiumara -, l’assunzione di decisioni sul processo di smaltimento dei rifiuti, la riforma della struttura interna del Comune, la riapertura di cantieri importanti come la metropolitana, piazza delle Erbe e l'ISPRE di via Prè e così via), non è parso sufficiente: è necessario fare di più al servizio dei genovesi.

È in questo contesto che la Giunta Comunale ha aperto un dialogo con la città. Abbiamo cercato di capire quali siano le indicazioni, che emergono dalla comunità nelle sue diverse espressioni, per un nuovo percorso di sviluppo. Lo abbiamo fatto sia con iniziative da noi stessi organizzate, sia prestando la massima attenzione alle più diverse sollecitazioni che provenivano da più parti. Abbiamo così preso coscienza dell'esistenza di una effettiva volontà di molti genovesi non solo di essere presenti, ma anche di farsi coinvolgere in modo aperto e democratico in un processo virtuoso di collaborazione per un futuro migliore.

Ci sono i presupposti per raggiungere un obiettivo ambizioso quale quello che ci siamo proposti, e che vogliamo proporre alla comunità cittadina con tutte le iniziative afferenti alla Conferenza Strategica, per ribaltare completamente l'ottica con cui tutti noi genovesi affrontiamo il terzo millennio; parafrasando le parole di un grande Presidente americano, J.F. Kennedy, questo è il messaggio che vorremmo condividere con i tutti i genovesi:

"Non chiedetevi tanto cosa può fare Genova per Voi quanto cosa Voi potete fare per Genova".

Vogliamo dare il via ad una nuova stagione di collaborazione e di grande libertà di iniziativa che coinvolga tanto il settore pubblico quanto quello privato per ridisegnare il futuro di Genova.

Per quanto riguarda la nostra Amministrazione, proprio in quest'ottica di collaborazione, avanziamo oggi una proposta per delineare un'ipotesi di sviluppo sulla quale far convergere tutte le forze positive. E' una proposta aperta, che sottoponiamo dopo attenta meditazione ma con la massima disponibilità a recepire suggerimenti ed indicazioni ed eventualmente ad apportare rilevanti e significative integrazioni e modificazioni. Riteniamo, senza falsa modestia, ma con la piena coscienza dell'impegno che ci assumiamo, che sia una proposta coraggiosa, che come si suole dire "mira in alto", presupponendo impegni economici di grande rilievo.

E' una proposta che si articola in progetti tra di loro coordinati ed inseriti in un quadro unitario; progetti che si caratterizzano per essere verificati nella loro concreta fattibilità in un periodo di tempo determinato; non tutti i progetti hanno lo stesso livello di elaborazione, ma tutti hanno la possibilità reale di essere attuati. L'obiettivo è quello di pervenire ad un'ipotesi di sviluppo unitaria, un "Piano della Città" organico, concretamente realizzabile in un arco di tempo, che convenzionalmente abbiamo definito doversi muovere intorno a due scadenze: una prima più vicina, costituita dall'appuntamento del 2004, in cui Genova è Città Europea della Cultura, ed un'altra più lontana, il 2010, che copre un arco di tempo oltre il quale è difficile fissare i termini di una programmazione concreta e riconosciuta da più parti.

Riproponiamo in questo modo un percorso che è stato fatto da altre città europee (Barcellona, Lille); che ha aiutato a superare situazioni di crisi, consentendo di ritrovare identità culturale, coscienza dei propri mezzi, sostanzialmente innescando un processo di sviluppo.

E' un'esperienza nuova in Italia: la percorriamo coscienti dei rischi, ma certi che è una strada obbligata. Forse in questo caso, come tante altre volte è successo, Genova è chiamata ad essere un laboratorio in cui si sperimentano modalità di aggregazione sociale o, come si dice oggi, di "governance" urbana.

Ogni proposta muove da alcuni valori di fondo, che è sempre necessario ricordare. Per noi essi sono:

- la centralità del singolo cittadino, donna o uomo, che compone la nostra comunità, sicché ogni azione deve essere approntata per il suo servizio;

- l'impegno per il miglioramento della qualità dell'ambiente, non solo fisico ma anche sociale; in sostanza, per il miglioramento della qualità della vita;

- la lotta contro le disuguaglianze, con il pieno riconoscimento dei diritti di ciascuno, anche dei nuovi diritti di cittadinanza, e, nel contempo, la responsabilità di ciascuno ad assolvere i propri doveri;

- un quadro economico strutturato in termini concorrenziali, in cui il singolo può liberamente esprimersi nel rispetto di regole prefissate che garantiscano i valori ora indicati.

La proposta muove altresì da una "idea di città" che riteniamo sia da molti condivisa.

Genova è una "città di città" in cui le singole componenti si caratterizzano per una elevata identità culturale propria: riteniamo che questo sia un valore da salvaguardare e non da reprimere, invertendo una tendenza che dal fascismo sino ai giorni nostri era di segno totalmente opposto.

Genova è inserita in una regione economica (il nord ovest), che ha forti elementi di unitarietà e rappresenta una realtà importante in Europa.

Genova, nel contempo, è un naturale punto di riferimento per il Mediterraneo quale nodo fondamentale con l'Europa.

E' città in sé già a struttura naturalmente metropolitana, che si inserisce in un'area metropolitana più ampia con la quale ha strettissimi legami economici, area che si estende dal savonese sino al basso Piemonte ed al Tigullio.

E' città che accanto alle originarie vocazioni produttive: porto, industria e terziario, vuole acquisire nuove opportunità - soprattutto nel turismo - senza peraltro rinunciare alle precedenti vocazioni che, opportunamente rinnovate, rappresentano pur sempre opzioni di grande rilievo: Genova non vuole essere espressione di una monocultura economica. Decisioni recenti, come l'accordo per le acciaierie di Cornigliano confermano la necessità di scelte importanti anche di tipo industriale.

Infine Genova è città in cui la cultura dell'accoglienza, del confronto con altre civiltà è profondamente innata, anche se a volte pare nascosta nel crogiolo dei contrasti sociali: anch'essa è opportunità che deve essere valorizzata.

I progetti in cui si articola la nostra proposta sono, come si diceva, verificati nella loro concreta fattibilità in un periodo di tempo determinato. Non è più tempo di utopie, di rincorrere sogni non realizzabili, ma è tempo di scelte coraggiose anche di grande respiro, che si inseriscono in possibili trend di sviluppo e come tali hanno la possibilità di concretarsi.

Ciascuno dei progetti che presentiamo è stato pensato affinché possa produrre effetti sostanzialmente intersettoriali, incidendo positivamente sull'ambiente, sull'assetto sociale e determinando occupazione e nuova ricchezza. Riteniamo che queste diverse valenze debbano necessariamente coesistere sia che l'intervento avvenga nel sociale sia invece che riguardi più direttamente le attività economiche. Se non si determina tale necessaria integrazione non si hanno le conseguenze positive che auspichiamo.

I progetti non esauriscono l'azione della Pubblica Amministrazione. Accanto ad essi continua ad esistere il dovere fondamentale della gestione ordinaria della città; gestione nella quale vi sono oggi molte criticità che devono essere superate: sappiamo che c'è molto da fare, ma riteniamo che limitarsi ad essa anche quando si tratta di rimediare a gravissime carenze, non sia sufficiente per innescare un processo di sviluppo. E' necessario farlo e cerchiamo di farlo sempre meglio, ma non basta; occorre guardare più in là e proporci obiettivi più ambiziosi.

Così la nostra proposta non esaurisce - come è ovvio - il quadro delle iniziative che nei prossimi anni potranno essere intraprese dalle diverse presenze della società civile. Il panorama emerso dalle audizioni è ricchissimo; anche quello propostoci dal Forum della società civile è di sicuro interesse; ulteriori sollecitazioni provengono da altre fonti. Intendiamo fornire un quadro complessivo di riferimento, individuare progetti concretamente fattibili, e per noi prioritari, senza alcun atteggiamento totalizzante; e siamo disponibili ad aiutare - nei limiti del possibile - le iniziative che verranno intraprese da altri soggetti pubblici o privati.

Oggi una collettività è competitiva solo se al suo interno si realizza un'alta qualità della vita, se dispone di conoscenze, livello di istruzione, capacità di ricerca elevata, se, infine, sa rapportarsi al suo esterno con un sistema di relazioni facili non solo sul piano fisico ma anche culturale. Sono queste le opzioni di fondo cui miriamo: accanto ad esse, tuttavia, ve n'è una ulteriore, propria della nostra città: l'essere sul mare e ritrovare nel mare uno dei più significativi momenti di collegamento con le altre realtà sociali. I progetti che presentiamo sono orientati a questi obiettivi.

Le proposte e i progetti       Torna in cima

Dovendo contenere i tempi di questa mia relazione, non mi è possibile esporre nel dettaglio tutti i progetti che il Piano della Città ha in agenda. Mi limiterò pertanto solo ad accennare brevemente gli ambiti di intervento, soffermandomi su alcuni aspetti che ritengo più importanti per Genova.

Istruzione, Formazione e Ricerca Scientifica       Torna in cima

Nel "mercato delle città", naturale conseguenza del fenomeno della competizione globale in atto, uno dei principali fattori di merito consiste nel poter disporre di un sistema formativo di base di elevata qualità, consapevoli che le esperienze e le capacità acquisite nei primi anni di vita sono fondamentali per lo sviluppo dell'individuo, e di un sistema di formazione superiore e di ricerca di eccellenza, che sia in grado di preparare efficacemente i giovani di oggi, al pari dei loro colleghi tedeschi, francesi e americani, e che nel contempo consenta l'aggiornamento continuo di coloro che già operano nel mercato del lavoro, requisito questo oramai assolutamente indispensabile nelle moderne società informatizzate.

Al riguardo ricordo il rapporto con l'Università degli Studi di Genova, definito in uno specifico accordo, sia per quanto riguarda le sue localizzazioni nella città, sia per la creazione in città di "sistemi ottimali di accoglienza" che possano maggiormente invogliare alla permanenza un maggior numero di giovani studenti nella nostra città, sia infine concorrendo al miglioramento dell'insegnamento, mediante la compartecipazione a iniziative formative e di ricerca di particolare rilievo. In questo quadro si situa:

- l'istituzione di un master sulla logistica, operativo dal prossimo anno accademico;

- la creazione di un centro di ricerca sull'assetto delle coste, progetto condiviso dall'UNESCO.

La ricerca scientifica si svolge a Genova in diverse istituzioni la cui azione deve essere agevolata: il protocollo d'intesa - in via di definizione - tra Comune di Genova e Centro Biotecnologie Avanzate (C.B.A.) ne è un esempio. Non si dimentichi che le biotecnologie sono state individuate dall'OSCE come uno dei settori hi-tech, che nel prossimo futuro avranno il più rapido sviluppo sia in termini di creazione di nuove aziende che di nuovi posti di lavoro.

La Città Portuale       Torna in cima

Lo sviluppo del porto ha sempre connotato la storia economica della nostra città; anche in questa fase storica le scelte strategiche che saranno adottate da parte degli enti che lo gestiscono e lo sovrintendono risulteranno di vitale importanza per scegliere quale Genova vogliamo costruire per il futuro. Nella fase storica che stiamo vivendo il forte aumento dei traffici portuali, in special modo riferito ai contenitori, si riflette solo in parte minima in ricchezza restituita alla città, città che peraltro sopporta questa "servitù" con rilevanti costi sia in termini di spazi sia in termini di qualità complessiva del vivere.

L'ambizione ed il progetto che la Civica Amministrazione si pone è quello di promuovere la nostra città non solo come porto bensì come "città portuale", valorizzando dunque quell'insieme di realtà economiche e finanziarie che forniscono l'insieme dei servizi che permettono il buon funzionamento del porto e ne decretano il suo successo durevole, creando nel tempo la migliore garanzia della continuità dei traffici nello scalo genovese.

In questo contesto i progetti da realizzare sono:

- i singoli progetti previsti dal Piano Regolatore Portuale (che il Comune fa proprio nei suoi più importanti contenuti), nei tempi previsti, anche con riguardo alla realizzazione di un sistema infrastrutturale adeguato;

- il potenziamento della formazione professionale e della ricerca in materia di logistica e di shipping (con l'istituzione del master e ulteriori iniziative), in maniera da dare effettiva sostanza alla richiesta più volte avanzata di essere sede della istituenda Autorità indipendente sui Trasporti,

- il consolidamento e sviluppo delle attività dei traghetti e delle crociere, con particolare attenzione al 2004 quando Genova sarà Città Europea della Cultura.

I collegamenti con l'esterno       Torna in cima

I collegamenti infrastrutturali sono imprescindibili per lo sviluppo di una città europea moderna. Per la città di Genova la scelta strategica primaria è rappresentata dalla realizzazione del terzo valico ferroviario appenninico, soluzione che coniuga al meglio le diverse esigenze funzionali con contenuti impatti sul territorio e sull'ambiente. Tale progetto determina la possibilità di riorganizzare l'assetto complessivo del nodo ferroviario di Genova e di conseguire importanti ricadute sul trasporto locale, attraverso il miglioramento dei collegamenti della bretella Voltri-Borzoli con l'insieme dei valichi e con Principe.

Il terzo valico, quindi, come asse nord-sud essenziale per i collegamenti del porto verso l'Europa del Nord e per creare le condizioni di un futuro collegamento con la ferrovia transpadana nella direttrice est-ovest.

L'altro grande tema dei collegamenti della città con l'esterno è il sistema autostradale convergente su Genova, che in oggi risponde in maniera insoddisfacente a requisiti di efficienza, funzionalità, sicurezza e compatibilità ambientale, dovendo soddisfare molteplici funzioni e dimostrando oramai troppo spesso segni di evidente sovraccarico.

Prescindendo, in questa fase, dalla valutazione di soluzioni di più ampio respiro per le quali dichiariamo sin d'ora il nostro massimo interesse e la volontà di collaborazione, riteniamo sia necessario rifunzionalizzare l'autostrada Genova-Serravalle e l'attraversamento del nodo di Genova, ed in questo senso avanziamo una specifica proposta.

In questa prospettiva risulta fondamentale una presenza degli enti locali genovesi, così come si verifica in altri ambiti, anche nei soggetti detentori del pacchetti azionari di controllo del nodo autostradale genovese. Chiediamo formalmente ai Ministeri competenti che tale possibilità ci sia accordata; l'autostrada, a Genova, ancora per alcuni anni, è sicuramente strada anche urbana: la sua ottimizzazione non può essere rimessa a decisioni distanti, ma deve coinvolgere le collettività locali.

La mobilità interna e le piazze       Torna in cima

Al pari delle infrastrutture di collegamento esterno, rivolgiamo massima attenzione ai problemi della mobilità urbana.

Al di là di singoli interventi, ribadiamo la necessità di un nuovo asse di attraversamento in direzione est-ovest, che, una volta realizzato, possa eliminare in tutto o in parte la sopraelevata. Abbiamo sollecitazioni che corrispondono agli intendimenti dell'Amministrazione; sta per concludersi il bando di gara per l'individuazione dell'advisor cui conferiremo un incarico di assistenza tecnica, ingegneristica e finanziaria, per arrivare ad una valutazione di fattibilità circostanziata fra le diverse alternative e per supportare le decisioni operative di carattere tecnico ed economico, da sottoporre alla città.

Inoltre Genova è impegnata in un grande progetto di trasporto pubblico su ferro: la metropolitana, il cui arrivo è previsto a Brignole entro la fine del 2003. Un ulteriore progetto è costituito dal riassetto del nodo ferroviario genovese, il quale avrà come ricaduta la metropolitanizzazione della rete ferroviaria da Voltri a Nervi e a Pontedecimo (prospettando un assetto futuro della mobilità pubblica di alta qualità), per la cui gestione chiediamo che si attivi la costituzione di una società pubblica di livello regionale ed offriamo la nostra più pronta collaborazione. Parallelamente stiamo lavorando per accertare la fattibilità di un sistema di trasporto in sede propria in Val Bisagno, ritenuto prioritario.

Sia con riguardo alla metropolitana sia per quanto attiene alla gestione in funzione metropolitana della ferrovia, sia infine per il futuro sistema di mobilità pubblico in Val Bisagno, il modello attuale dei progetti si sviluppa nell'ottica di coinvolgimento di risorse economiche private.

Al di là del piano del traffico, riteniamo che nelle città le piazze siano non solo un elemento di raccordo e di snodo, ma anche un grande elemento di qualità urbana: De Ferrari, Brignole, Corvetto, Fontane Marose, Principe devono svolgere entrambe le funzioni, i progetti per il loro recupero esistono e sono realizzabili nei tempi del nostro piano.

Chiudendo su questo punto, non possiamo esimerci da una nota polemica. Spiace dover sottolineare come l’iniziativa assunta dal governo Prodi, attraverso il Dipartimento per le Aree Urbane, indirizzata al potenziamento e all'ammodernamento del sistema infrastrutturale delle città metropolitane, iniziativa tesa a ridurre il grave divario che intercorre tra la nostra città e quelle europee similari, non abbia avuto seguito concreto. L’esigenza esiste, cercheremo di ovviare con le nostre forze, con la nostra fantasia, con la nostra capacità di richiamare interventi economici dei privati; rimane tuttavia un forte bisogno che incide sullo sviluppo dell’intero sistema paese.

Il Centro Storico e l'arco del Porto Antico       Torna in cima

Il Centro Storico è la sfida per eccellenza che chiunque amministri la nostra città si trova di fronte; insieme di difficoltà, di retaggi del passato, richiede una risposta complessa che sarà analiticamente sviluppata nelle sessioni tematiche; qui interessa evidenziare due insiemi di azioni che si stanno compiendo e un grande ed importante progetto che è in via di avanzata definizione.

Le azioni sono costituite:

1. dalla creazione di una rete trasportistica all'intorno del Centro Storico e tra il Centro Storico e l'arco del Porto Antico: tale è la linea metropolitana nelle sue diverse stazioni, tali sono i parcheggi, già oggi progettati alla Marina e al Porto Antico, e quelli previsti alla Darsena e all'Albergo dei Poveri;

2. da una serie di interventi di recupero abitativo, in cui Regione (A.R.T.E.) e Comune sono sin d'ora impegnati, e che potranno essere potenziati con l'utilizzazione di un nuovo assetto organizzativo in un'adeguata struttura societaria comune.

Il grande progetto è il recupero unitario della porzione di Centro Storico e di Porto Antico, che, muovendo dalla Stazione Principe, attraverso la Commenda di Prè giunge alla Darsena sino ai due imponenti silos. Consideriamo questa zona come un tutto unitario, che ha quale suo fulcro la Commenda di Prè (naturale elemento di congiunzione anche per effetto della sua funzione storica). I progetti specifici di tale zona urbana riguardano:

  • l'utilizzo dell'ex Hotel Columbia come biblioteca universitaria;
  • il recupero di alloggi per studenti nelle strutture alberghiere obsolete;
  • il recupero, in Darsena, del Galata per il Museo del Mare e della Navigazione;
  • il recupero delle aree del Caffa e del Metelino per la Casa della Musica e per un luogo di confronto sulle espressioni di linguaggio contemporanee;
  • la presenza della Facoltà di Ingegneria all'Hennebique;
  • sul Ponte Parodi un ampio spazio nel cuore della città in mezzo al porto, in cui pensare di progettare insieme un grande elemento di richiamo del tutto paragonabile a quelli che altre città hanno già realizzato o stanno già progettando - il pensiero corre al Guggenheim di Bilbao, solo per sottolineare l'importanza del progetto.

Un Porto Antico recuperato che opera da volano di sviluppo degli spazi del Centro Storico e non come si è verificato oggi tra i Magazzini del Cotone e le retrostanti aree: anche in questo caso la prevista pavimentazione di Piazza Caricamento - un progetto specifico in corso - permetterà di realizzare un'effettiva continuità apportatrice di grandi vantaggi a entrambi gli ambienti urbani.

Riassetto territoriale e sviluppo produttivo       Torna in cima

Genova deve fare i conti con un grande passato che ha lasciato un articolato patrimonio, in parte obsoleto per le utilizzazioni attuali, ma che può costituire un formidabile potenziale per il suo avvenire.

Il nostro impegno riguarda la riqualificazione urbana della città, intesa non solo come netto miglioramento della qualità della vita e dell'ambiente urbano, ma anche come fattore necessario ad una positiva trasformazione economica e sociale, che comporti il radicarsi di insediamenti produttivi di qualità.

Il quadro di riferimento è ampio e sarà adeguatamente sviluppato nelle relazioni di settore; esempi significativi possono essere:

  • il recupero ambientale e la destinazione a funzioni per il tempo libero della fascia di rispetto di Prà e il contemporaneo recupero a fini produttivi delle aree della ex-fonderia San Giorgio;
  • il ridimensionamento del Porto Petroli e il superamento degli insediamenti petrolchimici con la contemporanea acquisizione a funzioni pubbliche degli insediamenti, in precedenza, destinati ad impianti petroliferi;

  • l'insediamento dei mercati generali a Bolzaneto e la creazione di una piattaforma alimentare logistica, che, in sinergia con il porto, realizzi concretamente un "distripark" del settore, inserendo il complesso in un sistema viabilistico adeguato e "sostituendo" con nuovi alloggi qualificati le presenze residenziali oggi non più compatibili;

  • la riqualificazione dell'area delle Gavette, sia sotto il profilo ambientale, sia per consentire l'insediamento di centri di tecnologia avanzata;
  • in ultimo, ma sottolineandolo con particolare enfasi, l'asse che dall'area della Fiumara, attraverso Cornigliano sino a Sestri Ponente, vede al contempo:
  • la creazione di un centro urbano in Fiumara;
  • l'acquisizione al porto di un area idonea per organizzare un distripark di dimensioni importanti;
  • la realizzazione di una struttura viaria, tale da sgravare Via Cornigliano;
  • la riqualificazione e il consolidamento di un insediamento produttivo (le acciaierie) con tecnologie innovative;

  • la creazione di un parco urbano quale momento di separazione tra l'abitato e l'industria;

  • il consolidamento e l'ampliamento di un distretto produttivo in sviluppo quale quello dell'elettronica;
  • la riqualificazione ambientale di Sestri ripristinando il suo accesso al mare con il previsto approdo turistico nell'area tra i Cantieri e l'Aeroporto;
  • infine il risanamento territoriale costituito da impegnativi interventi idrogeologici, in particolare quelli sul Chiaravagna.

Ci soffermiamo su questa particolare situazione non solo perché i progetti relativi hanno sicura concretezza, non solo per l'imponenza degli interventi economici che sviluppano, ma soprattutto per il significato in termini industriali e occupazionali che assume.

Orientamento al lavoro       Torna in cima

L’insieme della nostra proposta è indirizzata a innescare un processo di sviluppo che risolva positivamente i problemi occupazionali, anche indipendentemente dal fatto che la sua attenzione determini un flusso di investimenti di rilievo.

Accanto a ciò vi è tuttavia anche un progetto specifico che sottoponiamo alla valutazione: il consolidamento e il rafforzamento del Job Center istituito da un anno, quale momento fondamentale di rilievo per l’orientamento al lavoro dei giovani. Le diverse competenze istituzionali coinvolte su tali tematiche debbono trovare un punto di raccordo operativo sull’ipotesi concreta che presentiamo.

Cultura       Torna in cima

La cultura è valore in sé, fondamentale arricchimento della persona, ma è anche un insieme di conoscenze e valori che deve essere sempre più diffuso all’interno della comunità.

Ci riferiamo ancora al sistema della formazione, della ricerca e, conseguentemente, della creatività, che esplica effetti benefici sullo sviluppo. Cultura è anche momento di rappresentazione del proprio modo di essere e di richiamo, per coloro che vogliono meglio conoscere la nostra capacità di "fare cultura", la nostra storia, la nostra visione del mondo.

È persino inutile sottolineare come questo secondo aspetto abbia assunto significati economici di grande rilievo, non solo considerato in sé ma per gli effetti positivi che determina sull'ambiente socioeconomico cui si riferisce.

I progetti in questo ambito sono in via di avanzata definizione e si sviluppano secondo percorsi che, da un lato, mirano al recupero e alla valorizzazione dell'esistente e, dall'altro, cercano di affrontare nuovi territori.

Sul primo versante vi è innanzi tutto l'obbligo di un riassetto del sistema museale - sistema di grande impegno per la nostra città, tenuto conto della sua ampiezza in rapporto alla popolazione servita - che comporta un risanamento fisico dei contenitori e una profonda innovazione nella modalità di gestione.

L'obiettivo è quello di dar vita ad una entità giuridica esterna all'Amministrazione, aperta ai privati, non tanto per i capitali di rischio quanto per il contributo di conoscenza e professionalità che possono fornire, cui affidare la gestione delle strutture museali risanate.

Sempre in quest'ottica si situa il programma di recupero dei Palazzi dei Rolli - la Reggia Repubblicana descritta da Poleggi - da realizzarsi mediante accordi tra Comune, proprietari privati e Ministero dei Beni Culturali, secondo un percorso di massima già delineato.

Il Forte Begato, il cui recupero sarà terminato entro l'anno e sarà utilizzato secondo le finalità a suo tempo definite.

Più in generale, l'insieme dei forti e delle mura che li collegano è progetto di grandissimo respiro realizzabile per fasi, che si inserisce anch'esso nel recupero della nostra tradizione storica e culturale. In questo caso l'ipotesi deve ancora definirsi, anche e soprattutto per l'atteggiamento assunto dallo Stato, che resta il proprietario, contrario alla cessione a titolo gratuito di questi immobili al Comune.

Contenuti innovativi hanno invece i progetti relativi alla realizzazione di un importante Museo del Mare e della Navigazione nel quartiere Galata in Darsena, di due luoghi per la musica (la casa della musica in Darsena e il Pala Musica in Fiumara), ma soprattutto può avere un significato ulteriormente innovativo, di grande respiro, l'utilizzo degli ampi spazi di Ponte Parodi in oggi occupati dal cosiddetto "Silos nuovo", per il cui utilizzo si ritiene opportuno richiamare a conforto personalità di rilievo attraverso un concorso di idee di livello internazionale.

La città infine dispone tra gli altri di importanti contenitori culturali: il Ducale, la Loggia di Banchi, la Commenda di Prè, già oggi ristrutturati ma che devono essere impiegati in modo tale da consentire, oltre all’opportuna valorizzazione, anche una forte funzione di richiamo di visitatori.

La tutela ambientale       Torna in cima

La tutela ambientale qualifica una città ed è valore trasversale ad ogni intervento. Due progetti specifici assumono per Genova valenza strategica sotto il profilo ambientale. Il primo riguarda il risanamento del bacino idrogeologico del Bisagno; il Comune ha in avanzato stato di progettazione le opere di propria competenza e ritiene di poter affidare i lavori di riassetto nella seconda metà del 2000; un impegno preciso, mai assunto in passato da nessuna Amministrazione.

Il secondo riguarda la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti urbani e ha come capisaldi la chiusura di Scarpino nei tempi programmati, il potenziamento della raccolta differenziata sino ai valori del decreto Ronchi, la separazione delle componenti secche da quelle umide e il loro smaltimento e la riutilizzazione come combustibile. Il progetto si ricollega all'attuazione di un sistema elettrico comunale - che vede quali protagonista l'AMGA S.p.A. - in modo da consentire oltre che rilevanti risparmi di spesa pubblica, la possibilità di incentivare insediamenti produttivi.

La cura della città e la sicurezza       Torna in cima

"Le città come i sogni sono costruite di desideri e di paure" (Calvino).

Il senso d’insicurezza è sempre maggiore in tutte le grandi città europee e si accompagna sull’indubbio aumento delle manifestazioni criminose. Il ruolo del Comune è soprattutto quello di ricostruire un ambiente urbano più sereno, più riequilibrato anche fisicamente.

Genova soffre di un deficit manutentivo al quale occorre ovviare; non è questo uno specifico progetto ma un insieme di interventi vincenti che sono propri dell’operare quotidiano e trovano riscontro negli impegni di bilancio. Riteniamo che una città in ordine sia anche una città più sicura.

Accanto a ciò il progetto da realizzare è costituito dall'effettivo coordinamento nell'ambito del Consiglio provinciale di Sicurezza, presieduto dal Prefetto, di tutti gli attori che gestiscono competenze in materia; il Comune si appresta ad istituire l'ufficio del "Security Manager", figura di coordinamento interna all'Amministrazione per gli aspetti relativi alla sicurezza.

Turismo       Torna in cima

La promozione turistica di Genova incontra non poche difficoltà, sebbene a volte sembrino non mancare segnali confortanti. Città di tradizione non turistica (se non nel passato per il turismo di affari) in una regione da sempre caratterizzata da una forte presenza turistica, Genova ha bisogno di presentarsi meglio al mondo e non restare nascosta tra le pagine di depliant dedicati all'intera regione. La città chiede maggiori attenzioni; il Comune è pronto a gestire nuove eventuali competenze superando la frammentazione attuale. Così come sollecitiamo la riforma dell'Ente Fiera al fine di consentire un effettivo rilancio di attività che hanno una rilevante, positiva incidenza sulla città.

I progetti operativi sono non pochi e coinvolgono direttamente gli operatori del settore. Potranno trovare respiro se alcuni vincoli oggi esistenti verranno rimossi. D'altronde è questo un obiettivo di sviluppo non rinunciabile: il progetto forse più significativo che presentiamo, ovverosia il recupero del Porto Antico e del Centro Storico, è orientato ad aumentare in termini altamente significativi l'offerta della città ai visitatori.

Il Comitato 2004       Torna in cima

L'appuntamento del 2004, città europea della cultura, è da non perdere: significa nella visione della Comunità europea la presentazione al mondo della cultura genovese intesa non solo come patrimonio culturale in senso stretto, ma anche come concezione di vita, come modo di intraprendere un'attività economica, come modo di occupare il tempo libero e così via. E' un appuntamento al quale sono dedicati non pochi dei progetti che costituiscono il centro della nostra proposta. E' anche per rispettare questo appuntamento che l'Amministrazione che presiedo si è cimentata in questa conferenza. Nel frattempo si sono intessute relazioni con Lille, con Barcellona - che ospiterà nel 2004 il "Forum Internazionale delle Culture" sotto l'egida dell'UNESCO - con Atene, che all'epoca sarà sede delle Olimpiadi.

Nella seconda metà di quest'anno, avendo ormai un quadro più completo sul da farsi, costituiremo un soggetto autonomo rispetto al Comune cui affidare la preparazione e la divulgazione dell'evento.

Chiediamo già da ora a Regione, Provincia, Università e alle organizzazioni sociali che si candidano - tra queste segnatamente il Forum della società civile - di operare insieme. La struttura cui si pensa deve essere snella ed agile, capace di lavorare con esterni, gestita da un limitatissimo numero di persone a tempo pieno.

La città educativa e solidale       Torna in cima

Un piano della città redatto avendo come base i valori di fondo, ha sicuramente come proprio elemento centrale una piena assunzione di responsabilità, di fronte alle prospettive di sviluppo e di crescita dei cittadini, partendo dall'esigenze dei soggetti più deboli per migliorare la qualità della vita per tutti. La risposta per affrontare le nuove dinamiche demografiche e l'aumento della richiesta di servizi che da tutte le aree giunge al Comune deve valorizzare la complessa ed operante realtà presente sul nostro territorio.

La stretta connessione tra alcune aree del disagio e i sistemi educativi ci hanno indotto ad elaborare un progetto - il Forum della Città Educativa e Solidale - che è un "patto sociale", un metodo per riorganizzare le connessioni tra gli attori in campo, sì da costruire la rete dei servizi e sviluppare le opportunità finanziarie e strutturali della comunità genovese.

Ma vi è un problema del tutto diverso rispetto al quale la solidarietà non è coordinamento di aiuti, ma è presa di coscienza di un mutamento della composizione sociale della nostra collettività. Genova è città con molti donne e uomini anziani, non siamo la sola città italiana con queste caratteristiche, ma siamo sicuramente una di quelle in cui la popolazione sopra i sessantacinque anni è più numerosa, il nostro assetto socio economico non è stato pensato per persone che non sono più direttamente nel ciclo produttivo. L'anziano che in oggi è ancora del tutto pienamente efficiente e rappresenta una ricchezza con il patrimonio della sua cultura, della sua esperienza e della sua professionalità. Un anziano che non ha bisogno di assistenza, che non bisogno soltanto di luoghi di ritrovo, ma che deve potersi inserire pienamente con ruoli di elevato peso anche se diversi da quelli rivestiti nel suo passato nella comunità.

È un progetto, in questo caso non è solamente un impegno dell'Amministrazione di dar vita a luoghi di incontro nelle diverse parti della città, ma è un più ampio progetto di approfondimento culturale che consenta di elaborare una politica di riassetto dell'odierno ambiente socio economico.

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Come è evidente, la proposta che presentiamo è articolata, complessa, e comporta un rilevante impegno da parte di tutti. Come può concretamente realizzarsi?

I mezzi economici del Comune sono limitati. Attendiamo con ansia l’attuarsi di un effettivo federalismo fiscale e chiediamo più libertà ed autonomia (ad esempio nei confronti della Cassa Depositi e Prestiti) disponibili a valutare ed accettare vincoli di efficienza ed economicità nella gestione. Tuttavia i mezzi economici da reperire per realizzare i progetti che presentiamo non possono essere solo pubblici. Pensiamo di utilizzare al massimo i fondi statali e quelli comunitari, ma chiediamo, altresì, il pieno intervento di risorse economiche private sotto due distinti profili: l'uno, presentando progetti che per la loro verificata validità economica, pur riguardando interventi pubblici, consentano al sistema finanziario di intervenire (ad esempio: project financing per la Metropolitana, per il mercato ortofrutticolo oltre che per altre iniziative); l'altro, fornendo un quadro di certezze dell'azione amministrativa che consenta ai privati di poter programmare proprie iniziative per il futuro con molte minori incognite rispetto ad oggi.

Pensare che gli strumenti siano solo economici è sbagliato; occorrono altre condizioni per l'attuazione di un disegno ambizioso.

Occorrono rapporti positivi di collaborazione con altre collettività.

Con le capitali di Milano e di Torino e le altre città del nord-ovest, dando vita ad una regione economica sufficientemente unita, capace di interloquire sia nei confronti dello Stato sia nei confronti delle istituzioni europee in modo autorevole.

Con le comunità a noi più vicine, il Savonese, il basso Piemonte e il Tigullio, cosicché le capacità di sviluppo non siano rese sterili dalle limitazioni del nostro territorio, rapportandoci con queste comunità con un atteggiamento paritario, cercando di trovare insieme i motivi di una effettiva collaborazione e non quelli di una ingiustificata e antistorica competizione.

Con città quali Lille, Atene, Bilbao, Brema, così diverse, ma con le quali instauriamo rapporti che creano un arricchimento reciproco; oppure con le collettività dell'America Latina, non dimenticando gli antichi legami personali, rispetto alle quali è in corso di attuazione un progetto significativo di collaborazione ("Casa America").

Più in generale con altre grandi città Europee, come avviene mediante la partecipazione alle associazioni più rilevanti quali Eurocities, affinché, tenendo a mente che l'80 % della popolazione dell'Europa vive nelle città, le città siano sempre di più motore dello sviluppo dell'Europa e centri di conoscenza.

Ma soprattutto con le città del Mediterraneo, sia con quelle, come Marsiglia e Barcellona, con le quali siamo legati da relazioni continue e che di recente abbiamo riconfermato, sia con le città, e mi riferisco in particolare a quelle della sponda Sud e della sponda Est, con le quali già i nostri padri avevano instaurato antichi rapporti che noi ora vogliamo rinverdire, sempre con lo stesso atteggiamento non di prevaricazione, ma di commercio e di relazioni sociali. Il Mediterraneo costituisce una straordinaria opportunità per il futuro. E' una necessità per l'Unione europea quella di traguardare obiettivi ambiziosi, e tra questi vi è in primissima evidenza l'obiettivo di creare entro il 2010 nel Mediterraneo una grande zona di pace e di prosperità con cui liberamente scambiare merci e cultura. Genova deve contribuire da protagonista al perseguimento e al raggiungimento di questo obiettivo, perché ne ha l'interesse e ne ha la capacità. Da tempo stiamo lavorando in questa direzione: siamo stati già nel 1998 promotori di numerosi incontri con importanti realtà territoriali mediterranee e per il 2000 abbiamo in programma una grande Conferenza delle Città del Mediterraneo. Noi chiediamo alle istituzioni comunitarie un segnale forte in questa direzione, affinché il dialogo riprenda e si sviluppi, e ci candidiamo a fornire ogni collaborazione in tal senso e ad essere un punto di riferimento operativo dell'Unione europea nella concreta elaborazione e gestione dei progetti di sviluppo.

E' necessario, altresì, che le diverse istituzioni locali Regione, Provincia, Comune ed Autorità Portuale condividano tutte un medesimo processo di sviluppo. Per questo, chiediamo anche a questi diversi Enti che si ritrovino nel nostro piano della città: siamo pronti a discuterne per ritrovare un comune consenso. E' un percorso obbligato quanto meno sino a quando non intervenga una profonda riforma istituzionale che, diminuendo i livelli di governo, eliminando sovrapposizioni di competenze, consenta una "governance" di una collettività metropolitana secondo canoni moderni. Questa è la riforma costituzionale che tutti noi vogliamo e per la quale ci impegnano: non possiamo però attenderla per realizzare in nostro processo di sviluppo. L'istanza politica vera, fondata e forte, deve cedere alla necessità di operare già nell'oggi.

Occorre, altresì, un'ulteriore importante riforma istituzionale e cioè una ridefinizione del sistema di governo del porto che riteniamo debba rapportarsi al governo della città attraverso legami più stretti. E ciò per due buonissime ragioni. La prima riguarda l'incidenza dell'attività portuale e del suo sviluppo sulla città circostante. La seconda, attiene alle risorse finanziarie generate dall'attività portuale che debbono andare allo sviluppo del porto stesso, ma anche allo sviluppo della città. Occorre che si proceda, quanto prima, a questa riforma, altrimenti, la nostra competitività a livello europeo resterà totalmente sacrificata in modo ingiusto, non essendo accettabile la diversità di trattamento che la città-porto di Genova ha nei confronti delle città-porto del nord Europa e del mediterraneo. A Genova il porto è in città e la città è nel porto; conseguentemente, occorre che vi sia una visione unitaria che regoli le reciproche incidenze limitando gli effetti negativi ed accentuando le positività.

Anche l'Amministrazione Comunale deve modificare se stessa; lo stiamo facendo muovendoci in tre diverse direzioni.

La prima è il riconoscimento alle diverse città che compongono Genova di una propria, piena capacità amministrativa, cosicché l'identità culturale che tuttora esprimono possa prodursi in capacità di governo. Decentramento, autonomia in un contesto che resta unitario per la risoluzione dei problemi di fondo di tutta la nostra collettività.

La seconda riforma del Comune è la sua costruzione come ente di indirizzo e controllo piuttosto che di gestione. Il percorso è quello della progressiva esternalizzazione delle attività di gestione sia nei settori economici che in quelli sociali e culturali. Un simile modello organizzativo non è motivato solo da esigenze di efficienza ed economicità ma trova la sua giustificazione ultima nella capacità di coinvolgimento della società civile nelle diverse aziende, società, istituzioni, fondazioni che si verranno costituendo. Vogliamo passare da un sistema amministrativo chiuso, in cui l'Ente locale ha in sé ogni ruolo, ad un sistema amministrativo aperto in cui, nelle diverse attività di rilievo pubblico, sono presenti soggetti privati nei più diversi ruoli.

Vi è un ulteriore profilo che desidero sottolineare. La riforma in atto mira anche a dar vita a nuove imprese che possono essere protagoniste nel settore dei servizi che, come è noto, in Italia è gravemente carente. La positiva esperienza di AMGA S.p.A. riteniamo possa ripetersi in altri settori come in quello dei trasporti, dell'ambiente e delle manutenzioni; occupazione e sviluppo sono obiettivi che si perseguono anche attraverso questa riforma. Le singole iniziative costituiscono specifici progetti operativi della pubblica amministrazione.

La terza riforma è costituita dalla netta separazione tra il momento politico di indirizzo e controllo e la gestione dell’attività amministrativa; l'introduzione della figura del Direttore Generale è - sotto questo profilo - strategica e consente già sin d’ora di verificare alcuni primi risultati positivi.

Ho voluto delineare, seppure sommariamente, quello che è il quadro complessivo del "piano della città" che proponiamo alla comunità cittadina e nazionale.

Il "Piano" della Città comporta necessariamente un "patto" per la città: il contributo di tutta Genova, in termini di consenso, condivisione, propositività e collaborazione - attiva e passiva - è centrale per la riuscita del progetto.

In tempi molto lontani i Genovesi usavano stringere tra di loro accordi, nei quali ognuno aveva ruoli diversi, per affrontare imprese avventurose in terre straniere e sconosciute: credo che quell'antico spirito debba essere ritrovato.

Nel pieno rispetto della libertà di ognuno, senza prevaricazioni e autoritarismi, ritroveremo sicuramente la via per un futuro migliore e degno della nostra città.

Grazie infinite per l'attenzione.

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